Storie dal clan – Episodio 3 – L’ultimo Re

L’ULTIMO RE DI MARANELLO – La fine di un era. Cosi si può sintetizzare ciò che andrà in scena Domenica pomeriggio, tra le dune e gli yacht di Yas Marina. Sarà dura per molti ferraristi porgere i saluti al loro ultimo sovrano: Kimi Matias Raikkonen da Espoo.

ICEMAN, MA NON TROPPO – L’odio per le pubbliche relazioni, la sua intramontabile freddezza, hanno conquistato il cuore dei tifosi, impazziti per il suo atteggiamento da ragazzo scanzonato. Uno stile tutto suo, fuori da ogni schema. Proprio in questi giorni, il finlandese s’è reso protagonista dell’ennesima “uscita” piena di epicità:

“Sappiamo che i piloti Ferrari parlano un po’ d’italiano. Tu come sei messo? Non ne parli nemmeno un po’?”
Kimi: “Non lo so. Forse questa è la ragione per cui vado via. Loro mi hanno dato 8 stagioni per imparare.”

AMORE E ODIO – La storia di Raikkonen a Maranello vive di clamorosi alti e bassi. Scelto come naturale successore di Schumacher(fu lo stesso Schumy a volerlo fortemente a Maranello), Kimi riusci a centrare il mondiale al primo tentativo, in un finale di stagione da cardiopalma “We win the championship by one point! One point!”. Un Raikkonen solido, concentrato, velocissimo, freddo. Un vero Iceman!

Le stagioni seguenti(2008-2009), lo vedono un pò in ombra rispetto a Felipe Massa, specie per via di qualche ritiro di troppo. Al termine della stagione 2009, Maranello gli volta le spalle per spianare l’arrivo di Fernando Alonso.

UN DIFFICILE RITORNO –  I successi conquistati in Lotus(dove forse vediamo il miglior Raikkonen di sempre), riaprono incredibilmente le porte di Maranello: Raikkonen è compagno di Fernando Alonso nel primo anno della nuova era ibrida(2014). L’SF-14T si rivela un’auto deludente, tanto da mettere in crisi lo stesso Alonso. Kimi non riesce a tenere mai il passo dello spagnolo, concludendo con distacchi abissali sia in gara che in campionato.

Nonostante ciò, Kimi viene confermato nel 2015 per far coppia con Sebastian Vettel. Anche il confronto con il tedesco è impietoso, spesso protagonista di errori grossolani, il finlandese rischia un nuovo appiedamento.

KIMI IS BACK –  Il 2016, complice l’annus horribilis di Vettel, vede chiari segni di ripresa. Kimi torna sul podio, conclude in crescendo la stagione 2016, continua a disputare buone gare nel 2017. Conquista la pole a Monaco e si rileva spesso utile spalla di Sebastian Vettel. Il 2018 è la migliore stagione di Kimi al suo secondo matrimonio rosso: presenza costante sul podio, la pole a Monza e la vittoria di Austin certificano il suo ritorno definitivo: Kimi is back!

I NOSTRI RICORDI: QUEI PAZZI FINLANDESI –  Mondiale 2007 a parte, quando in quel di Interlagos s’è arrivati vicino allo scompenso cardiaco, i nostri ricordi personali legati a Raikkonen sono senza dubbio collegati al Gran Premio d’Italia.

Abbiamo assistito dal vivo alle ultime due edizioni, dove abbiamo avuto modo di constatare un’incredibile affetto per Kimi. Ci si giocava il mondiale, si tifava Seb, ma l’entusiasmo in autodromo per il finlandese era impressionante.

Nel 2017 si canta e si inneggia a Raikkonen sui treni e sui bus che portano in autodromo, anche dopo una sonora sconfitta.

 

Nel 2018 la POLE. Due Ferrari in prima fila. Quell’ultimo giro vissuto nel silenzio più totale, col cuore in gola. Per poi esplodere in un urlo di gioia da fracassarti gli organi, un boato che avranno sentito anche gli eschimesi.

“Kimi!Kimi!Kimi!” E poi via di festeggiamenti, insieme ai tifosi finlandesi che cantano e inneggiano Kimi per tutta la giornata:

ERA GIUNTO IL MOMENTO – Con una giovane promessa come Leclerc da non farsi sfuggire, era giunto il momento di cambiare aria a Maranello. Dispiace per Kimi, soprattutto per il modo in cui è stato congedato dal team, proprio alla vigilia del week end brianzolo.

Forse è vero che in molte occasioni ha dimostrato di non avere quel mordente in pista(specie in fase di sorpasso), però in altrettante volte si è dimostrato uomo squadra.

VA BENE COSI – Nessun rimpianto o nostalgia di non rivederlo in tuta rossa allo start di Melbourne, è il naturale corso degli eventi. Continueremo a tifarlo in Alfa Sauber, con la quale scriverà ancora tanti capitoli della sua storia. Le avventure in pista e non, dell’ultimo esponente di una generazione di piloti che non c’è più.

BWOAH.